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Ieri David, oggi Alex: la maglia a pois della Boucles de la Mayenne appartiene ai Martín della Polti Kometa

Boucles de la Mayenne (2.PRO)
Tappa 2: Le Ham – Villaines la Juhel (208,8 km)

L’importanza di chiamarsi Martín. Non è una commedia shakespeariana, ma il riassunto delle prime due frazioni in linea della Boucles de la Mayenne per quanto riguarda il Team Polti Kometa. Ieri David è andato in fuga e ha indossato la maglia a pois dopo aver conquistato tutti i Gran Premi della Montagna. Oggi è stato il turno del suo omonimo Alex, più scalatore e quindi più adatto alla frazione più impegnativa della breve corsa francese: il 24enne catalano ha centrato l’azione di giornata insieme ad altri 5 uomini ed è transitato per primo in 6 dei 7 GPM disseminati sul lungo percorso.

Solo nell’ultimo giro del circuito di Villaines-la-Juhel, a meno di 10 km dal traguardo, i battistrada (nel frattempo divenuti 8) sono stati ripresi dall’attacco di Bettiol (EF) e nello sprint alle spalle del vincitore Javier Serrano è il meglio piazzato della Polti Kometa piazzandosi 13°. C’è però una nota fortemente negativa: proprio David Martín è rimasto vittima di una brutta caduta a 80 km dall’arrivo che gli ha procurato la frattura di una clavicola.

Alex Martín: “Oggi era la giornata che metteva in palio più punti per la classifica scalatori e non mi sono lasciato sfuggire l’occasione. Coi miei compagni di fuga c’è stata perfetta sintonia e in un secondo momento si sono aggregati a noi un paio di forti corridori, il che ci ha permesso di procedere insieme fin sull’ultima asperità. A questo punto voglio portare questa maglia fino in fondo, domani sulla strada di Laval ci saranno tre GPM.”

Il direttore sportivo (insieme a Giovanni Ellena) Biagio Conte: “Prima di commentare la tappa, mandiamo un messaggio di vicinanza a David per l’infortunio occorso oggi. E pensare che la sua giornata era cominciata provando a entrare in fuga per difendere i pois che aveva indosso. A tal proposito, bravissimo Alex a entrarci e i ragazzi alle sue spalle a muoversi nella maniera giusta in gruppo. Nel circuito si sono fisiologicamente attardate alcune ruote veloci, ma nel finale siamo rimasti davanti con Diego Sevilla ad aiutare Serrano.”

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