Sullo sterrato di Campo Felice la EOLO-KOMETA ritrova Ravasi
Giro d’Italia 2021
Tappa 9: Castel di Sangro – Campo Felice (160 km)
Il ciclismo vive di giornate come questa. Giornate in cui le gesta dei campioni più grandi sono rese mitiche dalla bellezza delle montagne che fanno da teatro, dal freddo e dalla pioggia, da quel senso di eroismo che traspare di fronte ad arrivi così.
Ambiente selvaggio. Montagna. Nuvole cariche d’acqua gelata. Salita. Sterrato. Campo Felice ha accolto così la carovana del Giro d’Italia in quella che si sapeva sarebbe stata una tappa difficile e capace di ribaltare la classifica. E infatti, la classifica si è ribaltata: Egan Bernal ha ruggito come un leone e con un’azione devastante sull’ultimo tratto di salita in sterrato si è mangiato i fuggitivi di giornata vincendo la tappa e indossando la maglia rosa. Il Giro ha un padrone? No, la strada per Milano è ancora così lunga… però un segno è stato lasciato. E che segno.
Sì, ma veniamo a noi. Lorenzo Fortunato è stato ancora una volta grandioso: arrivato in cima con il gruppo dei migliori, in un’altra bellissima giornata di un Giro che finora lo vede splendido protagonista. E poi? E poi c’è Edward Ravasi: dopo una prima settimana piena di sfortuna e difficoltà (il freddo, una caduta) oggi abbiamo finalmente visto il Ravasi che conosciamo. A testa alta fino alla fine, anche lui insieme ai più forti: bravo Edward, il tuo Giro inizia ora.
E domani? Domani, una tappa sulla carta tranquilla: si parte dall’Aquila e si arriva a Foligno dopo 139 km. In mezzo, un solo GPM di quarta categoria.
Edward Ravasi: “Purtroppo anche oggi sono partito con il dolore, non pedalo ancora bene e infatti pedalo quasi solo con la gamba destra. Però volevo mettermi alla prova e vedere quanto sarei riuscito a resistere: ecco, ho visto che sono arrivato bene a questo Giro e che la forma c’è. Questi tre giorni che arrivano mi aiuteranno a recuperare ancora dalle botte e sono davvero fiducioso per le ultime due settimane di Giro dove in salita posso fare buone cose. Oggi ho sofferto ma sono contento”.
[ Luis Barbosa]