Maestri insegue la vittoria e finisce 9° nella dodicesima tappa del Giro d’Italia
Una 12^ tappa del Giro d’Italia più simile a una classica, con una decina di durissimi muri marchigiani verso il traguardo di Fano, ha messo in bella mostra la grinta e la classe di Mirco Maestri, che ha dato spettacolo e fatto sognare il Team Polti Kometa.
L’avventura del capitano è iniziata al 65° chilometro di gara, a Montelupone, dove il secondo muro di giornata ha fatto selezione nel gruppo di attaccanti, di cui lui faceva già parte con nomi del calibro di Hepburn (Jayco), Affini (Visma) e Clarke (Israel). Lì è partito insieme a Julian Alaphilippe a caccia di una clamorosa vittoria.
In quel momento mancavano quasi 130 chilometri all’arrivo, ma l’ambizione dell’italiano e del francese ha permesso loro di proseguire con un vantaggio costante. Per Maestri è stata anche l’occasione, oltre che di mettere in cascina un’altra fuga utile per l’apposita classifica (guidata dal compagno Andrea Pietrobon) di provare a migliorare i terzi posti di Pietrobon e Lonardi ottenuti in precedenza durante questa Corsa Rosa.
Dietro si è fatto vedere anche Davide Piganzoli, che ha provato insieme ad altri contrattaccanti a creare un buco rispetto al plotone principale per guadagnare qualche almeno due minuti nella generale, ma la mancanza d’accordo nel suo drappello di circa trenta corridori l’ha portato a essere riassorbito.
Nel frattempo il duo di testa ha proseguito al comando, col portacolori della Polti Kometa a transitare per primo su traguardi volanti, GPM e Intergiro come premio per la sua generosa collaborazione, fino all’ultimo strappo di Monte Giove, dove il classe ’91 emiliano non è riuscito a tenere il passo del due volte campione del mondo e si è accodato al gruppo d’inseguitori, andando a chiudere un’altra frazione da protagonista con un’ottima nona posizione.
Mirco Maestri: “È stato uno dei giorni ciclistici più tosti della mia vita, affrontare quest’avventura con un idolo di questo sport è stato bellissimo e non lo dimenticherò mai. Abbiamo deciso di non attaccarci e procedere di comune accordo, mi sarebbe piaciuto conquistare una tappa che avevamo messo nel mirino però gli avversari erano importanti e io ho dato davvero tutto. Alaphilippe mi ha incoraggiato a non mollare, ma sul muro a 11 km dall’arrivo non sono riuscito a stargli dietro. Dopo la gara è venuto pure a ringraziarmi, da par mio non posso che fargli i complimenti.”
Jesús Hernández, direttore sportivo, che ha accompagnato la grande fuga dall’ammiraglia: “La prestazione di Mirco è stata una perfetta dimostrazione di coraggio e impegno! Il risultato finale in questi casi conta poco, quello che portiamo a casa è l’atteggiamento meraviglioso dell’atleta.”
Domani il Giro prevede la 13ª tappa, per velocisti: 179 chilometri piatti da Riccione a Cento.